Sassari, PalaSerradimigni. Si gioca Dinamo Banco di Sardegna Sassari – Virtus Segafredo Bologna, match-clou della 25° giornata del campionato di Legabasket.
Secondo l’attuale DPCM, non possono entrare i tifosi, ma sono presenti le persone che, di solito in disparte, permettono a intere macchine organizzative di funzionare: dirigenti, manager, staff medico, responsabili marketing, addetti alle statistiche e alla comunicazione. C’è un piccolo, selezionatissimo pubblico. Ci sono i giornalisti, i telecronisti, i fotografi, quei pochi accreditati. Gli operatori dell’ambulanza e del pronto soccorso, i carabinieri, i responsabili della sicurezza che per una volta possono avere occhi solo per quello che succede in campo. Ci sono i cartonati dei giocatori della squadra maschile e femminile della Dinamo riproposte sui seggiolini delle tribune e delle curve, a colorare in modo originale un palasport spento per la mancanza degli abbonati e degli ultras. Forse sono loro a soffrire più di tutti questo periodo: persone che arrivano ai palazzetti perfino prima dei giocatori per organizzare la tifoseria e gli striscioni, e che seguono la squadra del cuore in ogni trasferta. Non potevano che lasciare un piccolo segno della loro presenza in qualche modo, in un cartellone bianco con le scritte blu:
Questo periodo ci terrà lontani ma ritorneremo, statene certi! C’eravamo, ci siamo e ci saremo. Il Commando.
C’è più spazio del solito per i cartelloni degli sponsor, c’è una parola che ricorre spesso: Sardegna. Si comunica, come si può, con ingegno e creatività, riempiendo spazi vuoti. “Sosteniamo la Sardegna verso l’Unesco”, recita il cartellone dietro la panchina della squadra di casa, per aderire alla campagna di riconoscimento dei monumenti della civiltà nuragica nella lista dei patrimoni dell’umanità.
Non è ancora tempo di playoff, ma i contatti diventano più duri, mano a mano che si erodono i quarti. Il tono di voce si alza sempre di più. Si sente tutto, o quasi, di ciò che si dicono giocatori e allenatori. Gli incitamenti sono continui: “Let’s go guys, next way, go!”. E le esternazioni in lituano e in croato lasciano spazio all’immaginazione… C’è qualche fuori onda: il separatore in plexiglas che crolla tra i due telecronisti di Eurosport, i sipari del Poz con Belinelli, lo sguardo nervoso di chi ha la giornata no, la fiducia nelle gambe e nelle braccia che trasborda da chi è in serata.
Non è difficile incrociare gli sguardi dei giocatori dalla tribuna. Per i pochi fortunati che presenziano alle partite, è forse questa la situazione più ricorrente: che si stia sul campo o appena fuori, giusto a qualche metro dal rettangolo di gioco, per sentirci un po’ vicini dentro un Palazzetto che può contenere 5mila persone, spesso si alza la testa curiosi e ci si guarda intorno, a metà tra il spaesato e una quasi rassegnazione silente. Forse, da parte degli atleti, è come che ci sia una richiesta di contatto, almeno visivo. Da parte degli addetti ai lavori, l’opportunità di captare qualsiasi segnale da parte loro e di provare a empatizzare. Torneranno i tifosi? Fino a quando si giocherà in queste condizioni? Ci abitueremo mai a tutto questo?
Ciò che non si riesce ancora a fermare del tutto, per fortuna, è il gioco, l’atto della pallacanestro. L’uscita dei blocchi da manuale di Belinelli e il rilascio da killer dai 6.25; gli ultimi 7 secondi di gioco in mano a Teodosic che si fa tutto il campo, dribbla cinque avversari e riesce a concludere in sottomano quasi fino al ferro. L’impressionante esplosività atletica di Abass, la difesa pressante di Gentile, la tripla mancina di Spissu, l’uso magistrale del perno di Bilan… i giocatori che si stringono sempre di più alla propria panchina e dopo ogni canestro si rivolgono ai loro compagni. Se c’è una certezza, forse, è che questa pandemia abbia legato i gruppi sportivi in un modo ancora più speciale.
Per la cronaca, la Virtus ha espugnato con merito il PalaSerradimigni 77-108, contro una Dinamo stanca e nervosa (e con qualche giocatore in recupero dal Covid), dopo il terzo match giocato in appena cinque giorni. La gara finisce tra i pochi applausi, ci si saluta, qualcuno dello staff toglie gli adesivi di altri sponsor dal campo. Si resta ancora un po’ a osservare il sipario di un big match che si chiude, appena i giocatori entrano negli spogliatoi e i giornalisti ultimano gli articoli. Sono quasi le 23:00 e fuori c’è un’umidità pazzesca. In strada non c’è nessuno, è già coprifuoco. Non ci sono le file di macchina che di solito sono l’epilogo di ogni partita. Se la polizia mi ferma dirò che faccio il lavoro più bello del mondo.
Dinamo Sassari 77 – Virtus Bologna 108
Dinamo Banco di Sardegna: Spissu 12, Bilan 18, Treier, Chessa ne, Kruslin 6, Happ 4, Katic 12, Re ne, Burnell 4, Bendzius 14, Gandini ne, Gentile 7. All. Pozzecco
Virtus Segafredo Bologna: Tessitori 2, Deri 1, Belinelli 16, Pajola 13, Alibegovic 8, Ricci 8, Adams 4, Hunter 5, Weems 8, Teodosic 11, Gamble 16, Abass 16. All. Djordjevic
Foto di copertina: C.Atzori / Ciamillo Castoria