Ci ha lasciati Mario Vascellari e tutto il mondo della pallacanestro sarda è orfano di un protagonista assoluto. Ha tracciato gli anni d’oro della pallacanestro cagliaritana su entrambe le sponde.
Cresciuto come i fratelli nelle giovanili dell’Esperia, ha vissuto i suoi primi derby degli anni ’60 nelle file granata per poi passare all’Olimpia, già diventata U.S. Cagliari Brill, l’anno della prima promozione in serie A, il 69/70.
Sotto la cura di Otello Formigli è diventato quel giocatore ovunque, il Mr. Utilità della squadra. Velocità e una potenza esplosiva pazzesca, rara per l’epoca, capace di difendere su più ruoli. Nel basket di oggi i giocatori come lui se li contendono a suon di milioni. Era almeno 30 anni avanti ma non lo sapevamo.
Nella storia della pallacanestro cittadina c’è una partita su tutte. “La partita”. Quella che se c’eri, non te lo puoi più scordare.
4 marzo del 1973, palazzetto dello sport, ore 15. Brill contro Ignis. La mitica squadra varesina che in quegli anni ha disputato 10 finali di coppa dei Campioni consecutive e che proprio quell’anno ha vinto tutto quello che c’era da vincere (scudetto, coppa Campioni e coppa Intercontinentale) perdendo due sole partite in tutto. Una a Milano con gli storici rivali dell’Olimpia Simmenthal e una a Cagliari. Stop. Beh, uno degli eroi di quella sfida fu proprio Mario con una prova superlativa in difesa ed una stoppata a pochi secondi dalla fine su Polzot (lanciato in contropiede a siglare il canestro del possibile sorpasso), che fissava il punteggio sul 76-75 finale.
Rimase al Brill fino all’avvento in panchina di Carlo Rinaldi, l’anno della poule scudetto. Anno in cui si trasferì, insieme ad altri “cagliaritani”, a fare le fortune della Libertas Oristanese, portandola ai vertici della serie B per alcuni anni. Poi tornato all’Esperia di Paolo Manca l’ha accompagnata negli anni migliori. Protagonista dapprima nei derby fratricidi di C1 contro il CSM, che videro l’Esperia promossa in B, e facendo da chioccia a quella fantastica nidiata di talenti locali che poi, sotto la guida di Beppe Muscas, sfiorò la promozione in A2. Ha continuato a giocare per puro divertimento fino a quasi 50 anni.
Ha dedicato una vita intera alla pallacanestro dedicandosi poi all’insegnamento con le giovani. Iniziando da giovanissimo nelle giovanili dello Sforza di Franca Spinetti, continuando anni dopo e fino ad oggi nel settore giovanile della Virtus.
Amico di tutti, ovunque fosse ha lasciato solo splendidi ricordi. Tutti noi abbiamo perso un fratello.
Ciao Mario, R.I.P.
Riccardo Cugusi