Federica Senes: la fotografia sportiva? Azione ed emozione

Federica Senes, fotografa della Dinamo donne, ci racconta la sua idea di fotografia sportiva.
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Federica Senes ha 12 anni quando le viene regalata la prima macchina fotografica. A vent’anni, invece, ha un altro colpo di fulmine: con lo sport, in particolare la pallacanestro. Proprio nel momento in cui lo vede attraverso l’obiettivo della sua Canon.

«Sono sempre stata affascinata da questo mondo e dall’idea di poter custodire per sempre ogni attimo ed emozione, ed è proprio da questo concetto che parte ciò che ha unito la mia passione al basket – inizia a raccontarsi Senes – Era il 1° ottobre 2017, la Dinamo Sassari giocava contro Cantù. All’epoca non capivo molto di questo sport eppure immortalarne la spettacolarità dei movimenti mi ha subito catturata: da quel giorno non sono più mancata nemmeno a una partita, e quando ho potuto, ho seguito anche serie minori».

Da studentessa in Scienze della Comunicazione, Federica accede al PalaSerradimigni tramite accredito. La tesi di laurea  in “Azione ed emozione: fotografia sportiva dalla NBA alla Dinamo Sassari” le permette di iniziare a collaborare con altre realtà, come la storica rivista Superbasket e il portale Basketinside. «Essendo diventata una passione così grande da sperare di poterne fare un lavoro vero nel tempo, ho pensato che la mia tesi non poteva che essere basata sulla fotografia sportiva. Per spiegare al meglio ciò che rappresenta per me e come la intendo, ho voluto fare un confronto partendo dai grandi fotografi NBA a cui mi sono ispirata, come Andrew Bernstein, il primo a concepire la fotografia sportiva come emozione, con ciò che ho creato io in quel periodo. Quindi nella tesi ho parlato della mia tecnica, di come il giocare con le ombre dia più enfasi all’azione. Per avvalorarla ancora di più son ricorsa all’aiuto prezioso dei tifosi, ai quali avevo somministrato un questionario in cui chiedevo quali emozioni suscitassero in loro alcune foto».

Il sogno diventa realtà verso la fine dell’estate 2020, quando «arriva l’occasione di poter collaborare direttamente con la Dinamo come fotografa della squadra femminile, al suo primo campionato di serie A1. La Federica di soli quattro anni fa probabilmente avrebbe fatto fatica a crederci. Eppure nel mezzo di una pandemia, ho potuto realizzare ciò su cui fantasticavo da tempo, ossia far parte di una grande realtà come la Dinamo in cui posso esprimere totalmente le emozioni di questo sport, che non si limitano a ciò che succede sul campo ma a tutto il mondo che gli gravita intorno». La sua prima stagione con la Dinamo donne coincide però con il primo campionato giocato senza pubblico (a parte le prime due partite di Legabasket), dovuto alle restrizioni per la pandemia da Covid-19.

Questa stagione per me è stata dolce e amara, da una parte ho realizzato un sogno, dall’altra l’ho vissuto a metà perché la mancanza dei tifosi si sente e va oltre i canti, le urla e le esultanze; è un calore che dà più intensità a ogni canestro, a ogni fallo e ad ogni vittoria o sconfitta, e questo si riflette anche nella fotografia. Soprattutto nel caso della squadra femminile, al suo anno d’esordio, poterla immortalare circondata dal suo pubblico avrebbe senz’altro dato un pizzico di magia in più alla loro stagione conclusa orgogliosamente. La mia priorità è stata, ancor più degli altri anni, quella di cercare di immortalarne al meglio ogni sfaccettatura, nei volti e nelle azioni della squadra, proprio per donarle al pubblico che non è potuto essere con noi a viverle.

Quali sono gli altri progetti di Federica Senes? «Dal 2019 collaboro al progetto La Pagina del Cestista, insieme a Vincenzo che ne è il fondatore dal 2015. Vincenzo per me è prima di tutto un grande amico, e poi un socio con cui abbiamo deciso di far diventare la pagina qualcosa di più fondando una testata giornalistica parallela. Vogliamo raccontare il basket nel suo lato più emotivo ed emozionale e oggi nonostante le difficoltà del periodo cerchiamo di crescere reinventandoci ogni giorno». Sempre da un altro obiettivo.