Il basket non è tutto, ed è vero. Ma la pallacanestro, spesso, rappresenta tutto: legami, amicizia, stima, passione, amore, sacrifici, ansia, gioia, up and down. C’è vita dentro la pallacanestro, per questo si fa fatica a lasciarla anche quando gli anni, la famiglia e gli impegni te lo chiedono. Qualcuno aveva anche scritto un Dear Basket senza veli pensando che non avrebbe più ripreso in mano la palla a spicchi, ma poi si torna sempre dove si è stati felici, diceva qualcun altro. E se la società è sempre stata come una famiglia, i ritorni diventano una festa. La Ferrini Basket Quartu è il pifferaio magico dei grandi ritorni: quest’anno farà rivedere sul parquet due interpreti magistrali del nostro amato sport: Matteo Sarritzu e Giuliano Samoggia.
MATTEO
“Non ho mai smesso di pensarci un giorno da quando ho smesso. Non sono mai andato a vedere le partite perché sarebbe stato un tarlo. Sono passati 5 anni. Quest’anno ho visto due partite, è stato un azzardo ma sapevo che mi sarebbe tornata la voglia, anche dopo 5 anni e un numero non specificato di kg presi. La società mi ha messo subito a disposizione campo e palestra, quest’estate ho lavorato come un pazzo. Mi son sentito da subito coinvolto, ho ripreso tranquillo. Sono contento, mi hanno spinto tante cose. Ti passano gli anni davanti e non sai cosa succederà, sai che hai impegni e responsabilità ma a te non ci pensi mai. Il basket mi rende felice ed eccomi qua. Mi metto maglietta e pantaloncini cercando di dare una mano ai miei compagni. Ho molta voglia, il gruppo è super, la società ha sempre fatto tanto per me, sotto vari punti di vista, è come stare in una grande famiglia. Spero di ricambiare la pazienza che mi stanno dimostrando in queste prime settimane di allenamento dove ancora mi ricordo come si fa!”.
GIULIANO
“Ho giocato per metà stagione l’anno della pandemia, poi ho ripreso nel 2022 ma è stato un disastro far conciliare il basket col lavoro. Per tutto l’anno scorso mi sono fermato nuovamente, invece stavolta riuscirò a far coincidere tutto. Ho tre figli, sono la priorità. E poi c’è il basket, come fai a metterlo da parte a lungo? Ho voglia, c’è il buon esempio di Pedro (Maurizio Pedrazzini), allora penso che ce la posso fare anche io! Saremo una squadra un po’ in là con gli anni ma quello che conta è sentirsi parte di un gruppo di amici e di una squadra. L’obiettivo è quello di divertirci il più possibile. Vuoi la verità? Non ci ho pensato a riprendere a giocare, ma dopo una battuta e qualche birra ci siamo guardati con i ragazzi e ci siamo detti: ci riproviamo”.
La Ferrini nasce nel 1965 e ha sfornato tanti giocatori di profilo che poi hanno rivestito ruoli nella società. Alberto Zoncheddu è uno di questi ragazzi che hanno contribuito a creare una comunità sportiva a Quartu. Nel 2014, quando aveva 36 anni, è diventato presidente. La sua dichiarazione: “Il ritorno di Giuliano e Matteo non può che renderci felici ed orgogliosi per il fatto che abbiano scelto di riprendere l’attività e continuare a sostenerci nel nostro progetto, sia competitivo sul campo che di sviluppo societario. La loro presenza, che va ad inserirsi in un gruppo vincente che vede in prima linea Mauro Graviano e Pedro, vuol essere un ulteriore stimolo non solo per i nostri giovani che sono in pianta stabile in prima squadra ma per tutti gli atleti delle giovanili, che ormai da tempo ci seguono assiduamente. Oramai da anni abbiamo intrapreso un percorso di formazione, a partire dal mini-basket per poi proseguire con il settore giovanile, che annovera oggi 200 ragazzi con un nutrito gruppo femminile. Collaboriamo inoltre con la società il Gabbiano e quest’anno parteciperemo a due campionati d’eccellenza (under15 e under17). La nostra impostazione è finalizzata alla valorizzazione del potenziale individuale e collettivo, riteniamo infine che avere degli esempi quotidiani da osservare, e per alcuni con cui confrontarsi, non possa che ottimizzare il loro lavoro”.