Dalla notte magica di Belgrado al sogno olimpico divenuto realtà a Tokyo, quello degli azzurri del basket è stato un cammino esaltante e profondamente meritato, spentosi “solo” ai quarti di finale nella competizione più importante al mondo, contro una Francia da medaglia d’oro.
Per Basketland il commento tecnico di Paolo Citrini.
Iniziamo da quitentti: la Francia schiera in porta Gobert, gli uomini in missione Yabusele e Batum, i fari col fuoco dentro De Colo e Fournier. L’Italia si affida a Pajola ormai arrivato a livelli altissimi, Tonut per attaccare i lunghi francesi, Fontecchio e Polonara per accenderci, Melli per aprire la scatola.
Il primo quarto è un signor primo quarto per gli azzurri che devono però vedersela col pick and roll di Gobert molto più dinamico e soprattutto protetto in difesa quando i nostri ragazzi vogliono attaccarlo. I francesi sono più bravi nelle rotazioni e poi se tagli i blocchi con Fournier muori.. Tonut è in difficoltà. Ma l’Italbasket è pronta su rimbalzi, palle vaganti e soprattutto è mentalmente dentro il match. Quando la palla gira i francesi non riescono difensivamente a tenere i 24′ e l’Italia trova protagonisti diversi che centrano il canestro. Si chiude 25-20 la prima fatica azzurra con solo due rimbalzi offensivi concessi e solo due palle perse contro le sei francesi.
Nel secondo quarto il Gallo è una chiave in isolamento ma Fall è un cristone di proporzioni assurde che a differenza di Gobert attacca il post basso. Quindi? Bisogna difendere tutti insieme, gli esterni francesi hanno talento e ottima mira, Heurtel compreso. Gli azzurri abusano del tiro da tre punti quando dovrebbero muovere il pallone per poi costruire un tiro migliore. Fall è il fattore del break francese (13-3). L’Italia soffre ma non molla un centimetro e resta attaccata alla gara nonostante il 3/12 da 3 punti. La Francia invece tira col 64% dal campo, ha il doppio dell’energia, ma il canestro più importante del primo periodo lo segna il Gallo con la tripla ignorante del 37-39 che rigira l’inerzia dopo tanta sofferenza offensiva. L’Italia resta in partita per le sole due palle perse e gli otto rimbalzi offensivi, nonostante il 5/19 dai 6.25.
Nella terza frazione la Francia è più pronta e reattiva, ogni forzatura viene punita, Batum si rivela un mostruoso uomo squadra, Fournier è un killer: il parziale di 19-7 in 7 minuti è quello che può decidere la partita o indirizzarla pericolosamente. In quanto a durezza e forza mentale, la Francia è da oro, anche se sbaglia i match point per chiuderla definitivamente. Mannion è fuori partita, Meo Sacchetti vorrebbe trafugare la Gioconda al Louvre.
Ultimo quarto da infarto con l’Italia che produce il massimo sforzo per rientrare, Fontecchio è irreale, il Gallo da doppia-doppia è vivo, il finale si distingue nei dettagli. Mentre gli azzurri fanno fatica sul perimetro, i francesi fanno segnare anche Cabarrot, ma è Heurtel a piazzare le giocate decisive insieme al mio MVP, Batum, semplicemente incredibile. L’Italia le prova tutte, purtroppo non trova niente da Mannion e Tonut (3/19 in due), non c’è Nik Melli, quello dei momenti caldi, la Francia vince ma siate orgogliosi di questa squadra che non ha rimpianti nonostante il 7/33 da tre e il -14 a rimbalzo. Solo le partite che contano limano i dettagli, la mentalità, la durezza e l’abitudine a questo tipo di finali. Anche in questo la Francia si è dimostrata squadra vera.