Mario Fadda di professione fa l’insegnante, mentre nel tempo libero si appassiona a fare lo storico dello sport sardo. Delegato regionale della Società Italiana di Storia dello Sport (Siss) e membro dell’European Committee for Sports History (Cesh), ci ha concesso un’intervista che ci riporta agli albori dello sport in Sardegna e che aggiorna una data storica per la pallacanestro Isolana.
Iniziamo dal suo ultimo libro “I pionieri del football sardo. 1902-1935”. Come è nato e perché l’ha scritto?
Il mio ultimo libro nasce per colmare le tantissime lacune che ancora persistono sul calcio pionieristico nella nostra Isola. Non ho la pretesa di riuscire a trovare una risposta a tutto riguardo a questo periodo che appare così lontano dai nostri giorni e dal nostro calcio. Posso però affermare di aver acceso più di una luce su un terreno buio e irto di leggende e falsi miti che accecano i sostenitori delle nostre compagini con favole che non rendono merito della reale e meravigliosa storia del football nostrano. Tra l’altro il volume contiene un capitolo dedicato ai calciatori sardi caduti nella Grande Guerra e che fino a oggi non hanno ricevuto i dovuti onori dagli enti federali semplicemente perché si ignorava che fossero dei calciatori.
Per quanto riguarda invece le origini della pallacanestro in Sardegna, cosa può dirci a riguardo?
Ho approfondito il tema in vista della mia partecipazione in qualità di relatore al convegno sul centenario della Federazione Italiana Pallacanestro, che si è tenuto a Siena (2-3 dicembre 2021), nel quale ho esposto l’arrivo dello sport della palla al cesto in Sardegna nel 1924 e della sua lenta ma progressiva ascesa. Il basket, contrariamente a quanto si è sempre creduto, non giunge per la prima volta a Cagliari. La primogenitura in questo sport, nuovo per tutto lo stivale (ricordiamo che il primo campionato risale al 1919 e la nascita della federazione al 1921), spetta a Sassari. All’interno della manifestazione organizzata per festeggiare il XXI anniversario di fondazione della Sef Torres, prevista per il 20-21 settembre 1924, venne inserito anche il campionato militare di palla al cesto. Vinse la squadra della 45° fanteria “brigata Reggio” contro la squadra del Distretto di Sassari. Punteggio finale 14 a 8. Col principio degli anni Trenta, la pallacanestro prese sempre più piede nell’Isola, vennero organizzati i primi tornei cittadini a Sassari e Cagliari, poi fu la volta del campionato regionale, infine nel gennaio del 1938 il Guf Cagliari esordì nel campionato nazionale di Serie B, dove disputò tre belle stagioni, ma sul più bello la guerra stroncò ogni speranza dei giovani universitari.
Come è iniziata questa ricerca?
Una delle basi della ricerca giunge da un piccolo libretto conservato all’interno della biblioteca universitaria di Cagliari: si tratta del regolamento tradotto nel 1919 da Arturo Balestrieri dall’originale di Luther Halsey Gulick. Balestrieri era stato un grande atleta della Lazio e all’epoca era una delle firme di punta del giornalismo sportivo italiano. Questo libretto venne inviato a Cagliari da Francesco Carta nel marzo del 1924 alla biblioteca, i dati d’inventario del libretto fanno fede e mi sono stati forniti per gentile concessione del direttore della stessa biblioteca. Questo regolamento è molto importante perché è stato utilizzato per erudire le formazioni che disputarono la prima gara a Cagliari, appena due mesi dopo la prima storica partita giocata a Sassari.
Alcune perle e aneddoti degni di essere raccontati?
Tra le storie che si potrebbero raccontare mi viene in mente la squadra del Nuoro che in più occasioni surclassò le squadre, ben più quotate di Cagliari e Sassari e che vincendo il campionato regionale andò a disputare gli spareggi nazionali nel 1937. Oppure la possibilità che il giovane Vittorio Gassman potesse giocare a Cagliari! La sua squadra infatti militava nello stesso girone del Guf Cagliari, egli però in quella stagione non riuscì ad esordire in prima squadra e l’anno successivo lo scontro non fu possibile perché Parioli Roma e Guf Cagliari militavano in differenti serie. Tra le altre storie che possiamo accennare c’è sicuramente l’esistenza della forte sezione di pallacanestro dell’Amsicora Cagliari, ancora attiva sul finire degli anni ’40. L’Amsicora oltre a poter in seguito vantare la squadra di hockey su prato più forte d’Italia, una valente sezione di ginnastica che ha donato due ori olimpici, una fiorente sezione d’atletica e le estinte sezioni calcio, ciclismo e boxe, come detto, fin dai primi anni ’30, annoverava un ottimo quintetto di pallacanestro.
Da dove nasce questa passione per la ricerca storica?
Mi ha sempre affascinato. Ho lavorato alla biografia di alcuni personaggi sardi del passato, poi mi sono cimentato nella ricerca storica, prima sul calcio e poi sullo sport sardo in generale. Proprio per sfatare le tante leggende fiorite sullo sport sardo è necessaria una rigorosa ricerca sui documenti, occorre andare alle fonti per essere certi di quanto si afferma. Questo costa parecchio tempo e fatica. Le mie ricerche si svolgono in diversi archivi, tantissime notizie le reperisco sui periodici dell’epoca, ovviamente tutte le testate di un periodo preso in esame, la pluralità delle fonti è fondamentale per raccontare la storia dello sport nel modo più vicino alla verità storica. Se riesco a conciliare i diversi impegni, avrei in animo di pubblicare una monografia sulla nascita del movimento cestistico in Sardegna, prendendo in esame il periodo meno conosciuto, quello che intercorre tra il 1924 e il 1950.